La luce cala dal mattino fino a qui
vedi, sul teatro d’acqua
che sarebbe rimasto identico
lo sapevo, davanti al vetro
senza più te nella stanza – ormai
non ti affacciavi da molti anni,
ma scolorendo nella sera
oggi non regalerà albe agli antipodi
perché si china in cuore
e accende un giorno tutto mio,
devia la tua mano d’aurora
nei suoni che ti sentivo
nascere e mi sapevi nascere
standoti sempre vicino e nel canto.