Perché abbiamo smesso di scrivere il luogo da cui mandiamo le lettere, ormai lettere al computer? È solo cambiato il tempo di ricezione – definito reale – non certo i connotati dello spazio, il luogo da cui ogni volta siamo seduti a comporle. Abbiamo azzerato il tempo, ma lo spazio che ospita il corpo (in maniera ancora più fondante e reale del nuovo tempo) non si può azzerare, come scrivessimo da una stanza d’aria che galleggia in cielo. Eppure, a nessuno più importa dove siamo quando gli si dedica il pensiero, a motivo di lavoro, affetto o burocrazia. Non si scrive più. Dove siamo non importa.
Il pensiero e il suo contesto sono un tutt’uno….il fuori e il dentro sono solo concetti derivati dall’ idea di un confine ma se esiste questo confine è sottile quanto un battito di ciglia che spalanca l’occhio al fuori che si fa subito un dentro.
Ti immagino in Sicilia con una finestra sul mare che fa danzare l’ emozione sulla frangersi spumoso delle onde…tutto un infinito albeggiare di idee misto ad un sentire malinconico di eterno…..
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a volte ho la finestra sul mare, altre volte ho la finestra sul fiume, e questo ogni tanto basta già a cambiare i fatti della scrittura. qui ho parlato delle due finestre: https://esageratore.wordpress.com/2016/07/12/finestre/
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