Dammi il corpo modulare delle piante, organismi indifferenti ai predatori fino al 95 per cento della superficie razziata. Dammi la fisiologia colonica delle piante, il loro non essere individui basati su parti del corpo insostituibili. Dammi la capacità generativa delle piante, di luce in luce verde vita per loro stesse e casa vivente a innumeri esseri di corsa tra le foglie o di stanza tra le radici. Dammi l’intelligenza evolutiva delle piante, che sentono buono ciò che è buono per la vita e cattivo ciò che vero è cattivo per la vita. Dammi la misura grata delle piante, identico presidio della vita in un vaso minimo di balcone come nei boschi di traverso alle montagne. Dammi la fratellanza concreta delle piante, che non si uccidono né si accusano o lottano per avere il potere una sull’altra. Comunicano, si muovono, nutrono e reagiscono all’ambiente donandosi tutto a vicenda per via di creature alate o terrestri o del vento e della pioggia se manca luce, nel tempo lentissimo che l’uomo non vede, nell’equilibrio che non sa mantenere, nell’armonia che mai sa farsi bastare. Fammi dire per 95 volte mi hanno spezzato, e quella successiva fammi ricoprire la terra di rami fiori e figli miei da oceano a oceano mare per sempre.