C’è un mondo

C’è un mondo dove un campanello di bicicletta fa crollare interi edifici. Nessuno vuole morti sulla coscienza, così tutti lavorano al silenzio. Ci sono ospedali del silenzio che curano le persone dove emettono suoni alti: un buco a fischietto tra i denti rotti, una nocca dallo scrocchio eccessivo, una caviglia pigra che fa strisciare il piede. Ci sono fabbriche del silenzio che catturano e impacchettano vuoti d’aria da usare in casa o in vacanza perché non si propaghi il suono. Ci sono scuole del silenzio che agli alunni insegnano il labiale, a scrivere senza poggiare la mano sul foglio e a leggere i libri evitando il fruscio delle pagine. Ci sono le chiese del silenzio dove si prega perché a nessuno scappi un colpo di tosse o uno starnuto durante la cerimonia sul velluto. Ci sono interi stadi e impianti sportivi per il gioco del silenzio che non perde mai nessuno e infatti giocatori e spettatori pernottano almeno due giorni sugli spalti. Ci sono ovviamente i vigili del silenzio che monitorano ogni campanello o altro oggetto pericoloso, specie nelle aree urbane, piene di edifici a rischio crollo. Ci sono cimiteri del silenzio che se ci vuoi andare devi prenotare mesi prima, perché solo lì si può parlare, si può suonare, solo lì si può ascoltare, ridere a piena bocca e fare anche un applauso. Ovviamente, in quel mondo i cimiteri sono pieni di biciclette.

La cancellata

Settembre, tempo dell’occasione, soglia molle tra due stagioni, avvicendarsi di nostalgia del vivere all’aperto e immaginazione dell’anno a venire. Il nono mese invita a spingere fuori qualcosa di nuovo, generato infine dal periodo meno strutturato di tutto l’anno. Sembra questo il mese più in linea con la gomma che ha cancellato nei molti appena trascorsi tante parole a noi familiari, lasciandoci l’incertezza di un foglio quasi tutto bianco. Sento di avere i mezzi per scrivere una vita che valga ancora e anzi più di prima, conferma delle mutazioni avvenute e ancora da esplorare. Credo di avere salvato un paio dei vecchi strumenti, e certo ne ho uno nuovissimo benché ad oggi tutto da imparare: un futuro appena nato. Per inventare di nuovo ogni cosa, chiunque dovrà volersi e volere. Volersi bene e voler bene, non c’è altro in gioco. Sarà la prima cosa da tradurre sul foglio nuovo, portandola da questa parte della vita accecante come il sole che rimbalza sulla carta bianca, vuota e senza macchia: la “cancellata” di settembre.