Sento una grande fitta al muscolo dell’attesa: doveva arrivare, dovrebbe arrivare – ancora spero, – un pacco per me entro domani mattina, così che possa portarlo giù a Palermo. E ancora oggi non è arrivato. Si contrae il muscolo di un’attesa lunga anni, ancor più nell’imminenza del compimento. Si compie il tempo attraversato e soffro ogni spasmo del travaglio. Da qui a domattina se mi facessero un tracciato riempirei il foglio di impennate e precipizi nella corsa al ritmo di un segnale acustico forsennato col corpo stretto dalle cinghie. Basta. Vogliamo nascere. C’è ancora tempo fino a domani.