Un altro asse di rotazione

Quest’anno molte ville di famiglia non faranno da scenario alle feste dell’ultima notte. E sarà più languido l’abbandono al profumo di zagara per le arance nel vialetto che porta in montagna. Nell’ultimo pomeriggio, lo spiazzo in cima alla scalinata farà cassa toracica ai canti degli alati sugli oleandri e ai passi dei gatti sulle foglie. L’abbandono gremito di memorie sulle ore bambine spese lì a giocare aprirà cerchi nelle vasche del giardino che conosce i segreti della pioggia. Fino all’ultimo secondo della conta, niente romperà la linea continua tra il mare la spiaggia la strada la salita i balconi e il vecchio cancello. Se voci saranno, saranno lontane. I bagliori dei vicini petardi, allo scoccare della guerra contro il tempo, non varcheranno quella soglia: l’aria tra le sbarre ferrose farà scudo ai lampi spettrali, la notte arborea non sarà violata da luci scheletriche, nessun fiore dovrà rendere conto del suo colore, né gatto ridurre la pupilla soffiando ad arco nel traversare dalla giara al vaso cucito nel millennio scorso. Le ville deserte è come se avessero già trovato nel cosmo un altro asse di rotazione, e nella vita delle stelle altra danza per battere all’unisono con l’eterno.

Beato abbandono

L’abbandono beato delle ville di famiglia che quest’anno non faranno da scenario alle feste gaie dell’ultima notte di dicembre. L’abbandono languido oltre il cancello dove è profumo di zagara e macchie di arance nell’umida aiuola sul vialetto che porta in montagna. L’abbandono dello spiazzo in cima alla scalinata dove posa la luce di questo primo inverno al crepuscolo. L’abbandono muto che fa cassa toracica ai canti degli alati sugli oleandri e ai passi falsi dei gatti sulle foglie secche. L’abbandono gremito di memorie e giorni condivisi nella disattenzione alla vita che fa miracolose le ore dei bimbi presi a giocare. L’abbandono delle vasche piene e di quelle vuote nel giardino che conosce i segreti della pioggia caduta a piombo e mulini l’ultimo autunno. L’abbandono commovente che invita a risalire la linea continua di mare spiaggia strada tonnara salita cancello, sotto i balconi di ferro, bompressi ai teli di lenzuola giganti contro le luci intermittenti delle feste. L’abbandono e le feste. Soave connubio, incantesimo.