Itaca non sarà mai più la stessa. Argo ti ha aspettato, così tua moglie e tuo figlio ormai cresciuto. Tu non sarai più lo stesso di vent’anni fa. Non smetterai mai di tornare. Avrai molti anni di racconto a loro e loro a te per ricucire la trama di un’assenza. Ma la coperta sarà sempre troppo corta. Nel quotidiano, i segni di un tempo incolmabile: in un gesto mai visto prima, una smorfia, un’abitudine, uno scambio di sguardi tra loro che non ti appartiene. Fino all’ultimo giorno, nel tuo letto, con l’ultimo saluto. Per sempre. E chiuderai gli occhi davanti all’ennesima scoperta: solo l’amore compensa le assenze irrecuperabili. Alimentato desiderio di conoscere l’altro, le sue terre straniere che ti vivono accanto.
rapporti
La verità
Un giorno nei dispenser dei luoghi pubblici, ma anche nei personali flaconcini tascabili, non ci sarà più l’igienizzante ma la verità. Metteremo una nocciolina di verità sui palmi e la faremo assorbire sfregando le mani. Normali saranno frasi come ti sei messo troppa verità, si sente l’odore a un metro, oppure scusa, ho finito la verità, me ne dai un po’? O anche: hai provato questa verità? È ottima. Ogni verità avrà percentuali diverse di alcol e diverse fragranze ma serviranno tutte al medesimo scopo e, in ogni caso, anche se scadente, sempre meglio usarla, ché un minimo di protezione la darà comunque. Alcuni, i più attenti, avranno le mani consumate, piagate, rinsecchite dalla verità. Altri la useranno appena, giusto prima di sedersi a tavola, svogliati come i bambini che non vogliono lavarsi mai e, anzi, mettono sempre le mani bocca dopo aver toccato qualunque cosa, il mondo, ovunque.
A due a due
A sommo dell’ascesa pomeridiana, davanti alla ripresa della scrittura per lavoro, si rischiano più agguati nostalgici di quelli messi già in conto per l’aria mite della sera; e capisci che, più di tutto, la differenza tra la giovinezza e la sua coda morente negli anni che bruciano decadi a grappoli è la cifra dei rapporti: prima, pochi e totalizzanti; ora, molti e parcellizzati sui mille tavoli dove hai giocato le tue carte. Ma resta imperitura la luce che scaldava i nostri pomeriggi di confidenze e musica, dubbi condivisi e porte ancora aperte, quando la cura dei rapporti era garantita dal loro limite numerico, dal rilancio fisico sul limite espressivo della cornetta e dal tempo che ci restava ogni giorno, per andare nel quinto mese a cercare insieme ciliegie da appendere alle orecchie, prima di mangiarle. A due a due.