Tu non sai amare terre da cui vengo, dove la morte pare un segreto di cui andare fieri come un battesimo che dal dolore trae continui presagi di rinascita ma si contenta più spesso di viverla in sogno. Tu non sai amare terre da cui vengo, dove più che altrove è facile incontrare profeti che ballano la lingua sacrilega del kairòs, la risposta inaudita al sangue che pare inarrestabile. Ma sono famiglie impertinenti al disamore, musici al silenzio: impertinenti, ospiti all’odio per lo straniero e maestri alla tradizione; morti di fame impertinenti alla disonestà e al sonno, anime vive.