Pacifico

Ieri sera ho fatto la prima lezione del corso, evento che regala sempre al giorno dopo il sapore di una domenica settimanale. Oggi porterò il motorino dal meccanico, cambierò il filtro anticalcare alla caldaia, telefonerò all’assistenza che ha in ostaggio la lampada difettosa, continuerò a spulciare l’archivio di Franco per il mio progetto, limerò degli acrostici che voglio regalare per Natale, svuoterò la lavapiatti prima che la maestra torni da scuola, mi chiederò ancora come rispondere al mio lavoro che implora novità, masticherò l’attesa per la gita a Firenze dove il 16 novembre racconterò il mio libro alla Sit’n’breakfast, andrò a comprare almeno le casse d’acqua al mercato più vicino e, tra una cosa e l’altra, mi siederò al piano giocando fuori dal tempo per smettere un attimo di farmi domande. Sarà una giornata di quieta vigilanza, semplice su attività proprie dell’esserci nel tempo e nello spazio, pacifica com’è pacifico l’oceano a te adesso più vicino – beato il sole che il giro del mondo lo fa tutti i giorni, mi hai scritto nella mia notte matura aspettando che la tua notte neonata attenuasse gli ori e i rossi del lontano ovest; anche queste, parole tue. Nudo contro l’azzurro o spento dal fitto di nuvole, beato è il sole e pacifico, pacifico il mio giorno.

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