Ricezione amorosa

Sabato scorso Arturo ha deciso di fare delle formine con la plastilina colorata da regalare a me e a sua madre. Dopo un po’, l’alto silenzio che lo impegnava nella stanza è stato rotto da un pianto improvviso. Pensavamo si fosse fatto male. Andando da lui già pronti a intervenire, lo troviamo invece in lacrime sulla testa staccata del pupino che aveva composto. Singhiozzava, il regalo per la mamma era distrutto e lui era inconsolabile, ci teneva moltissimo. Così, ci si è rotta una diga di tenerezza nel cuore e abbiamo iniziato a rassicurarlo. Il giorno dopo, cercando di capire cosa fare della domenica piovosa che ci teneva serrati in casa, ha deciso di non disturbarmi mentre leggevo ma, anzi, di imitarmi. Ha preso un suo libro, si è messo accanto a me e finalmente ho capito cosa lo aveva convinto: la matita che avevo per sottolineare. Anch’io voglio scrivere sul libro come te. Così, per oltre mezz’ora, io e il mio bimbo che non sa ancora leggere siamo stati accanto zitti sul divano a sottolineare solo le parti che mi piacciono di più. La plastilina per la madre e la matita per il padre mi hanno fatto capire come uno schiaffo in faccia quanto sia immenso l’amore che ha per noi. Si parla sempre dell’amore dei genitori per i figli, con tutta la retorica annessa. Ma chi si accorge apertamente di quanto ci amano i piccoli che accudiamo? È un amore totale che porta il loro desiderio a estremi tentativi di mimesi – nello spasmo di essere noi – e a fare questione di vita o di morte sulla creazione di un regalo – iniziativa gratuita e personale. Se l’amore dei genitori si dà per scontato (in modo non del tutto fondato, tra l’altro: scontato è il legame, non il sentimento), l’amore dei figli per i genitori è spesso “impallato” da oggettive questioni di dipendenza funzionale. Per cui, spesso la fatica e le altre incombenze ci fanno pensare a loro solo come insaziabili agenzie di richiesta. Invece, guardando oltre le necessità loro legate a sopravvivenza e crescita che, chissà, forse usiamo proprio come schermi per non restare accecati da questa epifania, a un adulto può risultare spaesante e fare quasi paura accorgersi davvero di essere così tanto amato. Una paura che bisogna anche imparare ad accettare.

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